Superbonus 110% a che punto siamo?

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E’ da diversi mesi che si parla di un superbonus per l’edilizia con la possibilità di poter recuperare le spese sostenute non al cento ma additttura al 110%! Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza a partire dai provvedimenti che si sono succeduti, i quali hanno creato nelle parti chiamate in causa sentimenti alterni e contrastanti.
Da una parte i potenziali committenti che entusiasti della proposta hanno iniziato a fantasticare su come ristrutturale il proprio immobile; dall’altra gli operatori di settore, che non essendo supportatati da regole certe sono talvolta entrati in crisi avendo il timore di poter soddisfare le aspettative dei clienti.

Il primo provvedimento è stato il DL 20.05.2020 il cosiddetto “decreto rilancio” in cui si indicavano le misure urgenti per sostegno all’economia e al lavoro in seguito al COVID 19 a cui sono seguiti:

-La legge 17 luglio 2020 n°77 che converte con modifiche il DL 20.05.20
-La guida dell’agenzia delle entrate emanata a luglio 2020
-La circolare esplicativa n°24 del 08 agosto 2020 dell’Agenzia delle Entrate
-Il decreto interministeriale “requisiti”
-Il decreto interministeriare “asseverazioni”
-Il provvedimento dell’ 8 agosto dell’Agenzia delle entrate

Nel “Decreto Rilancio” agli articoli 119 si indicavano rispettivamente quali potevano essere gli “incentivi per efficientamento energetico, sismabonus, fotovoltaico e colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici” e all’art. 121 si indicava che ci poteva essere la possibilità di “Trasformazione delle detrazioni fiscali in sconto sul corrispettivo dovuto e in credito d’imposta cedibile”.
I due articoli sebbene davano le prime indicazioni su quali fossero gli incentivi e prospettavano la possibilità di poter trasformare la detrazione in credito cedibile erano poco può che delle dichiarazioni d’intenti a cui sarebbero dovuti seguire dei decreti attuativi.
Ciò ha creato enormi aspettative per il settore ma paradossalmente ha creato anche scompiglio e paralisi delle attività nei mesi di giugno, luglio ultimi scorsi. I clienti chiamavano tutti i giorni, in televisione si parlava spesso di questo nuovo incentivo, sui giornali si speculava su quali basi sarebbero stati emanati i provvedimenti attuativi.

Tutti volevano partire con i cantieri ma nessuno sapeva come fare, questa incertezza normativa ha paralizzato anche i lavori che sembravano sicuri.Noi nel nostro piccolo abbiamo avuto lavori che fatto preventivi sia professionali che delle ditte incaricate delle realizzazioni, sembravano sul punti di partire e poi uscendo il provvedimento si sono arenati : i proprietari avevano deciso di fermarsi e aspettare ad avviare i cantieri per vedere se potevano usufruire del “Superbonus”.
I decreti attuativi sono arrivati in pieno agosto, taluni hanno iniziato a leggerli subito approfittando di aver deciso di andare in vacanza dopo ferragosto, altri infaticabili hanno iniziato a leggerseli sotto l’ombrellone , altri ancora come il sottoscritto li hanno presi in mano al rientro.

Certo che è da un mese più meno che tutti stiamo studiando intensamente…ma letta tutta la normativa in materia, ci si rende conto che ci sono vari risvolti che possono sia invalidare l’interventi proposti a priori (non facendoli nemmeno partire) o a posteriori in fase di richiesta di asseverazione o successivo controllo da parte delle autorità competenti (ENEA e Agenzia delle Entrate).

Il corpus normativo che si va delineare è ricco di “trappole” in cui il potenziale richiedente, il professionista che lo supporta, le ditte che realizzano l’intervento, l’intermediario che rilascia il nulla osta possano cadere con la conseguenze che possono essere talvolta gravi o gravissime.
Quelle che io chiamo “trappole” possono essere principalmente di tre tipi: “trappole tecniche” , “trappole formali-burocratiche” e “trappole economiche”.

Facciamo degli esempi: una” trappola tecnica” può essere creata dal professionista che sceglie un buon isolante, che aumenta molto la resistenza termica, che permetterebbe di passare le due classi energetiche ma poi si scopre che non rispetta i CAM (criteri ambientali minimi) di cui al DM 17/10/17. Una “trappola burocratica” potrebbe essere quella di ritrovarsi ad affrontare una casistica ambigua, come quella di fare un intervento su un’abitazione in cui come sistema di riscaldamento, veniva usato una stufa o un camino che viene sostituito con impianto termico a radiatori con caldaia a condensazione, o ancora meglio, con un impianto Pompa di calore e pannelli radianti. Il riscaldamento c’era anche ante lavori ma se guarda alla definizione di impiato utilizzabile fino a giugno 2020 (rif. Dlgs 192/05) i camini e le stufe ne erano chiaramente esclusi. Con la modifica della definizione di impiato termico data dal Dlgs 48/2020 entrato in vigore l’11 giugno u.s. la definizione sebbene in linea con quella vecchia è meno esplicita. Il tecnico potrebbe interpretare che la sostituzione dell’impianto potrebbe rientrare nel superbonus e poi l’Agenzia delle entrate potrebbe contestarglielo degradando quell’intervento specifico al 65% (ecobonus) o al 50% (per ristrutturazione).
Ultimo tipo trappola è la “trappola economica” e qui c’è da fare un premessa che bloccherà la maggior parte degli interventi. Nella circolare dell’A.E. dell’8 agosto cercando di dare le prime indicazioni sulla cessione del credito al capitolo 7 pag.36 e sg. si specifica che in caso di cessione del credito alla banca l’istituto di credito dovrà rilasciare il pagamento agli operatori in base agli stati di avanzamento lavori che dovranno essere solo due di cui uno oltre 30% del lavoro.
Ciò regolamenta e tutela le ditte che realizzano l’opera ma si scorda di un anello fondamentale della catena. Quando un committente decide di realizzare dei lavori (extrabonus) l’iter dovrebbe essere questo:

  1. Il committente decide di fare dei lavori
  2. Contatta il professionista che gli fa un progetto (a pagamento)
  3. Il professionista gli elabora un computo e dei capitolati (fattibilità economica)
  4. Se il commitenteè solvente conferma la volotà di fare i lavori
  5. Si consegnano le pratiche e se non ci sono vincoli siavvia il cantiere
  6. Il commitente paga in base ai SAL (ditta edile, ditte installatrici e DL).

Va messo in evidenza che tra il momento in cui si deve di realizzare un opera e quello in cui si entra in cantiere passano alcuni mesi, questi mesi sono impiegati dal professionista per fare un progetto, valutarne la fattibilità urbanistica, catastale, energetica,paesaggistica, anticendio,…e prima di tutto la fattibilità economica.
Se si guarda al norme che regolamentavano le tariffe professionali (prima che fossero levate in nome della libera concorrenza) in generale su incarico professionale completo di progettazione direzione lavori si stimava Progetto 70% e Direzione Lavori 30% . Se la direzione lavori viene pagata con gli stati di avanzamento delle ditte al 30% -60% e a fine lavori, secondo il legislatore i professionisti dovrebbero iniziare a percepire qualcosa intorno al 80% del lavoro! Mi spiego meglio presupponendo di non percipire niente in fase di progettazione e dividere in tre la DL (in base ai due stati di avanzamento intermedi più la contabilità finale) avremo 70%+10% . Mi sembra un po’ eccessivo… non so quanti saranno i professionisti accetteranno di autofinanziarsi e percepire il becco di un quattrino per un ‘operazione insicura che potrebbe naufragare in qualsiasi momento e ammesso che raggiunga la meta possa arrivarci dopo vari mesi di attività non retribuita.
Con alcuni colleghi abbiamo iniziato a riflettere su come superare questo scoglio. La mia prima proposta è stata quella di provare a fare un sistema misto: si potrebbe provare a far anticipare al committente le spese professionali (facendogliele recuperare come detrazioni) e far fare lo sconto in fattura con la cessione del credito alle banche della parte delle ditte edili e di installazione impianti che realizzano l’opera. Ci siamo mossi anche con le banche per capire se potevano anticipare sotto forma di finanziamenti ai professionisti. Le banche (quelle che abbiamo contattato) ci hanno risposto che stanno cercando esse stesse di capire come possano muoversi. Visto che stato stabilito per legge che la cessione del credito potrà essere effettuata con apposita comunicazione solo dopo il 15 ottobre p.v. le banche si stanno prendendo questo tempo per dotarsi di un protocollo necessario per poter gestire questa “patata bollente”.

In definitva lo stato dell’arte è questo: se avete i soldi per poter sostenere le spese di qualificazione afferenti al superbonus, potete partire subito considerando di anticiparli e poterli recuperare al 110% in 5 anni attraverso detrazion IRPEF, se avete pochi soldi ma magari riuscite a sostenere le spese tecniche, contattate pure il vostro tecnico e vedere con lui come fare per partire…se invece non avete soldi…vi conviene potete prendere dei contatti ma l’ecobonus per voi potrebbere essere in stand-by per lo meno fino al 15 ottobre 2020. Nei prossimi articoli che ho intenzione di pubblicare cercherò di approfondire quali siano le trappole e cercherò di darvi degli spunti per superale o raggirarle.